La letteratura relativa a chemioterapia adiuvante dopo nefroureterectomia radicale nei pazienti con carcinoma del tratto uroteliale superiore è relativamente scarsa.
Ricercatori dell’University of California - Davis a Sacramento ( Stati Uniti ) hanno determinato l’incidenza della chemioterapia adiuvante nei pazienti ad alto rischio, e il suo effetto sulla sopravvivenza generale e cancro-specifica.
Utilizzando un database internazionale sono stati identificati 1.390 pazienti sottoposti a nefroureterectomia per carcinoma del tratto uroteliale superiore non-metastatico tra il 1992 e il 2006.
Di questi casi, 542 ( 39% ) sono stati classificati ad alto rischio ( pT3N0, pT4N0 e/o linfonodo-positivi ).
Questi pazienti sono stati divisi in 2 gruppi formati da persone che avevano o non-avevano ricevuto chemioterapia adiuvante, e stratificati per genere, gruppo di età, performance status e grado e stadio del tumore.
Dei pazienti ad alto rischio, 121 ( 22% ) hanno ricevuto chemioterapia adiuvante che è stata più comunemente somministrata in caso di un aumentato grado o stadio del tumore ( p<0.001 ).
La sopravvivenza mediana nell’intera coorte è stata di 24 mesi ( intervallo da 0 a 231 ).
Non sono state osservate differenze significative nella sopravvivenza generale o cancro-specifica tra pazienti sottoposti o non-sottoposti a chemioterapia adiuvante.
Tuttavia età, performance status e grado e stadio del tumore sono risultati predittori significativi di sopravvivenza generale e cancro-specifica.
In conclusione, la chemioterapia adiuvante non viene utilizzata frequentemente per trattare il carcinoma del tratto uroteliale superiore ad alto rischio dopo nefroureterectomia.
Nonostante questa osservazione, sembra che la terapia adiuvante abbia un impatto minimo sulla sopravvivenza generale e cancro-specifica di questi pazienti. ( Xagena2009 )
Hellenthal NJ et al, J Urol 2009; 182: 900-906
Uro2009 Onco2009 Chiru2009 Farma2009