Una analisi post-hoc dello studio di fase 3 AFFIRM, ha mostrato che Enzalutamide ( Xtandi ) prolunga in modo significativo la sopravvivenza generale, la sopravvivenza senza progressione radiografica e il tempo di progressione del PSA ( antigene prostatico specifico) sia nei pazienti più giovani ( età inferiore a 75 anni ) sia in quelli più anziani ( età uguale o superiore a 75 anni ) con carcinoma prostatico resistente alla castrazione, metastatico.
L'analisi originale di questo studio aveva indicato che i pazienti con carcinoma della prostata che in precedenza erano stati sottoposti a chemioterapia con Docetaxel hanno dimostrato una migliore sopravvivenza generale mediana quando trattati con Enzalutamide, un inibitore orale del recettore degli androgeni, rispetto ai pazienti assegnati al placebo ( 18.4 mesi vs 13.6 mesi, HR=0.63 ).
Il trattamento con Enzalutamide è risultato associato a una migliore sopravvivenza generale mediana sia nella coorte più giovane ( non ancora raggiunto vs 13.6 mesi, HR=0.63 ) sia nella coorte di età superiore ( 18.2 mesi vs 13.3 mesi, HR=0.61 ).
E’stato osservato un miglioramento della sopravvivenza libera da progressione radiografica tra i pazienti più giovani ( HR=0.45 ) sia in quelli più anziani ( HR=0.27 ), assegnati ad Enzalutamide.
Enzalutamide era anche associata a un aumento del tempo di progressione del PSA e a una migliore risposta del PSA in entrambi i gruppi di età.
Tra tutti i pazienti trattati con Enzalutamide, quelli di età maggiore di 75 anni hanno sperimentato alti tassi di edema periferico di tutti i gradi ( 22.1% vs 12.5% ), affaticamento ( 39.7% vs 31.6% ) e diarrea ( 26.6% vs 19.6%).
La frequenza e la gravità degli altri eventi avversi, tra cui quelli di grado 3 o superiore, sono stati paragonabili tra i gruppi di età.
Tre pazienti nella coorte più giovane e due nella coorte di età uguale o superiore ai 75 anni hanno manifestato convulsioni. ( Xagena )
Fonte: Annals of Oncology, 2014
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