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Gli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 non sembrano associati a rischio di melanoma


L'associazione tra inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 ( PDE5-I ), farmaci utilizzati nel trattamento della disfunzione erettile, e il melanoma cutaneo è controversa.

E’ stato valutato se l'uso degli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 è associato a un aumento del rischio di melanoma.

Utilizzando il UK Clinical Practice Research Datalink, è stata assemblata una coorte di uomini con nuova diagnosi di disfunzione erettile tra il 1998 e il 2014, e seguiti fino al 2015.

La coorte comprendeva 142.983 pazienti; di questi 440 hanno avuto diagnosi di melanoma nel corso del follow-up ( tasso: 63.0 per 100.000 anni-persona ).

Rispetto a coloro che non hanno fatto uso di questi farmaci, l’uso degli inibitori di PDE5 non è risultato associato a un aumentato rischio complessivo di melanoma ( tasso: 66.7 vs 54.1 per 100.000 anni-persona; hazard ratio, HR=1.18; IC 95%, 0.95-1.47 ).

Il rischio è risultato significativamente aumentato tra coloro che avevano ricevuto 7 o più prescrizioni e 25 o più pillole ( HR=1.30 [ IC 95%, 1.01-1.69 ] e 1.34 [ IC 95%, 1.04-1.72 ], rispettivamente ).

Al contrario, non vi era alcuna associazione con il carcinoma basocellulare e il carcinoma a cellule squamose, con una non-ben-definita associazione con il numero di prescrizioni e pillole assunte.

L'uso degli inibitori di PDE5 non è risultato associato a un aumento del rischio complessivo di melanoma.
I maggiori rischi osservati con il più alto numero di prescrizioni e la maggiore assunzione di pillole richiedono ulteriore conferma. ( Xagena2016 )

Lian Y et al, European Urology 2016; Epub ahead of print

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