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Tumore prostata

Rischio assoluto e relativo di malattia cardiovascolare negli uomini con carcinoma prostatico


La malattia cardiovascolare è un potenziale effetto avverso del trattamento endocrino per il tumore della prostata.

Uno studio ha valutato il rischio assoluto e relativo di malattia cardiovascolare in 76.600 pazienti con carcinoma prostatico sottoposti a terapia endocrina, trattamento curativo o sorveglianza attiva.

Sulla base del National Prostate Cancer Register svedese, che copre più del 96% dei casi di tumore della prostata, sono stati calcolati i tassi standardizzati di incidenza e mortalità relativi a ischemia cardiaca, infarto acuto del miocardio, aritmia, insufficienza cardiaca e ictus per confrontare i numeri osservati e attesi ( utilizzando la popolazione svedese totale ) di malattia cardiovascolare, tenendo conto di età, data e precedente malattia cardiovascolare.

Tra il 1997 e il 2007, 30.642 pazienti con carcinoma della prostata sono stati sottoposti a terapia endocrina primaria, 26.432 trattamento curativo e 19.527 sorveglianza attiva.

I tassi standardizzati di incidenza per malattia cardiovascolare sono risultati aumentati in tutti gli uomini, con un aumento massimo per quelli sottoposti a terapia endocrina, indipendentemente da una storia di malattia circolatoria ( tasso standardizzato di incidenza di infarto miocardico in uomini senza storia di malattia circolatoria: 1.40, 1.15 e 1.20 per uomini sottoposti a terapia endocrina, trattamento curativo e sorveglianza attiva, rispettivamente ).

Le differenze nel rischio assoluto hanno mostrato che potrebbero presentarsi da 2 ( aritmia ) a 8 ( ischemia cardiaca ) extra casi di malattia cardiovascolare per 1000 persone-anno.

Il tasso standardizzato di mortalità è risultato simile con differenza nel rischio assoluto da zero ( aritmia ) a 3 ( ischemia cardiaca ) per 1000 persone-anno.

In conclusione, in tutti gli uomini con tumore prostatico, in particolare in quelli trattati con terapia endocrina, sono stati osservati aumenti nei rischi relativi di infarto non-fatale e fatale.
Poiché la terapia endocrina è attualmente il solo trattamento efficace per la malattia metastatica e la differenza nel rischio assoluto è piuttosto bassa, il rischio di malattia cardiovascolare dovrebbe essere preso in considerazione al momento di prescrivere la terapia endocrina, ma non dovrebbe rappresentare una controindicazione quando il beneficio è tangibile. ( Xagena2010 )

Van Hemelrijck M et al, J Clin Oncol 2010; 28: 3448-3456


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