L'idoneità dei pazienti più giovani con cancro alla prostata per la sorveglianza attiva iniziale è stata esaminata sulla base dell'eventuale necessità di trattamento e delle preoccupazioni sulla sicurezza; tuttavia, il ruolo dell'età sugli esiti di sorveglianza non è stato ben definito.
Sono stati identificati uomini gestiti con sorveglianza attiva con un follow-up minimo di 6 mesi.
L'obiettivo primario dello studio era quello di esaminare l'associazione dell'età con il rischio di upgrade del punteggio Gleason basato sulla biopsia durante sorveglianza attiva.
È stata anche esaminata l'associazione dell'età con gli endpoint correlati, inclusa la progressione complessiva determinata dalla biopsia, il trattamento definitivo e i risultati patologici e biochimici dopo la prostatectomia radicale ( RP ) ritardata .
In totale 1.433 pazienti sono stati seguiti per un mediana di 49 mesi; il 74% è stato sottoposto a biopsia iniziale presso un'istituzione di riferimento.
L'età mediana alla diagnosi era di 63 anni, di cui 599 pazienti ( 42% ) con 60 anni o meno e 834 ( 58% ) con più di 60 anni.
I tassi liberi da upgrade del punteggio di Gleason sulla base della biopsia a 3 e 5 anni sono stati rispettivamente del 73% e del 55% per gli uomini con 60 anni o meno rispetto al 64% e al 48%, rispettivamente, per gli uomini di età superiore a 60 anni ( P minore di 0.01 ).
Nell'analisi di regressione di Cox, l'età minore è stata associata indipendentemente con un minore rischio di upgrade del punteggio di Gleason basato sulla biopsia ( hazard ratio per diminuzione di 1 anno, 0.969; P minore di 0.01 ) e persisteva con la restrizione agli uomini che soddisfacevano severi criteri di inclusione per la sorveglianza attiva.
Non è stata rilevata alcuna associazione significativa tra età minore e rischio di trattamento definitivo o rischio di ricorrenza biochimica dopo prostatectomia radicale ritardata.
In conclusione, l'età più giovane dei pazienti è stata associata a un ridotto rischio di upgrade del punteggio di Gleason basato su biopsia durante sorveglianza attiva ma non con il rischio di un trattamento definitivo a termine intermedio.
La sorveglianza attiva rappresenta una strategia per mitigare il sovratrattamento nei giovani pazienti con cancro alla prostata a basso rischio nel breve periodo. ( Xagena2017 )
Leapman MS et al, J Clin Oncol 2017; 35: 1898-1904
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