Nuovi risultati sono stati presentati all'American Society of Clinical Oncology Genitourinary Cancers Symposium ( ASCO GU ) a San Francisco ( Stati Uniti ), e sono state simultaneamente pubblicate su The New England Journal of Medicine ( NEJM ), dalla sperimentazione clinica di fase 3 SPARTAN che ha mostrato che il trattamento con Apalutamide ( Erleada ), un inibitore del recettore degli androgeni di nuova generazione, riduce il rischio di metastasi o di mortalità del 72% e migliora la sopravvivenza mediana libera da metastasi ( MFS ) di oltre due anni ( differenza di 24.3 mesi ) nei pazienti con cancro alla prostata resistente alla castrazione non-metastatico ( CRPC ), il cui l'antigene prostatico specifico ( PSA ) è in rapido aumento, rispetto al placebo.
SPARTAN, uno studio multicentrico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo; ha arruolato 1.207 pazienti con carcinoma prostatico resistente alla castrazione non-metastatico ed è stato condotto in 332 Centri in 26 Paesi in Nord America, Europa, Asia-Pacifico e Australia.
I pazienti sono stati randomizzati in un rapporto 2: 1 a ricevere Apalutamide in combinazione con terapia di deprivazione androgenetica ( ADT ) ( n = 806 ), oppure placebo in combinazione con ADT ( n = 401 ).
Apalutamide in combinazione con ADT ha ridotto il rischio di metastasi o morte del 72% rispetto al placebo in combinazione con ADT ( hazard ratio, HR = 0.28, IC 95%, 0.23-0.35, P inferiore a 0.0001 ).
La sopravvivenza mediana libera da metastasi è stata di 40.5 mesi per Apalutamide in combinazione con ADT rispetto a 16.2 mesi per il placebo in combinazione con ADT, prolungando la sopravvivenza libera da metastasi di oltre due anni.
Il beneficio riguardante la sopravvivenza libera da metastasi è stato riscontrato in tutti i sottogruppi di pazienti.
Oltre a migliorare la sopravvivenza libera da metastasi, Apalutamide in combinazione con ADT, rispetto al placebo in combinazione con ADT, ha dimostrato un miglioramento clinico degli endpoint secondari, con miglioramenti statisticamente significativi nel tempo di metastasi ( TTM, mediana di 40.5 mesi nel braccio Apalutamide rispetto alla mediana di 16.6 mesi nel braccio placebo ) e sopravvivenza libera da progressione ( PFS, mediana di 40.5 mesi nel braccio Apalutamide rispetto alla mediana di 14.7 mesi nel braccio placebo ).
Il trattamento con Apalutamide ha ridotto il rischio di progressione sintomatica del 55% rispetto al placebo ( HR = 0.45, IC 95%, 0.32-0.63, P inferiore a 0.0001 ).
Il trattamento con Apalutamide è risultato associato a una riduzione del rischio di mortalità del 30% rispetto al placebo in questa prima analisi ad interim per la sopravvivenza globale ( OS ).
Negli endpoint esplorativi, Apalutamide in combinazione con ADT, rispetto al placebo associato ad ADT, ha raggiunto anche una riduzione del rischio del 94% nel tempo alla progressione del PSA ( HR = 0.06, IC 95%, 0.05-0.08 P inferiore a 0.0001 ), e una riduzione del rischio del 51% nella seconda sopravvivenza libera da progressione ( PFS2 ).
La combinazione di Apalutamide e ADT era tollerabile, con il mantenimento della qualità di vita complessiva correlata alla salute.
I più comuni eventi avversi al trattamento di grado 3-4 ( TEAE ) per Apalutamide in combinazione con ADT versus placebo in combinazione con ADT sono stati rash ( 5.2% vs 0.3% ), cadute ( 1.7% vs 0.8% ) e fratture ( 2.7% vs 0.8% ).
L'interruzione del trattamento a causa di eventi avversi è stata dell'11% nel braccio Apalutamide rispetto al 7% nel braccio placebo.
I tassi di eventi avversi gravi ( SAE ) erano simili nel braccio Apalutamide in combinazione con ADT rispetto al braccio placebo e ADT ( 25% vs 23%, rispettivamente ).
Apalutamide è un inibitore del recettore degli androgeni che blocca la via di segnalazione degli androgeni nelle cellule tumorali della prostata.
Apalutamide inibisce la crescita delle cellule tumorali impedendo il legame dell'androgeno al recettore degli androgeni; impedendo al recettore degli androgeni di entrare nelle cellule tumorali e di legarsi al DNA della cellula tumorale.
Il carcinoma prostatico resistente alla castrazione non-metastatico è caratterizzato da mancanza di malattia metastatica rilevabile; aumento rapido dell'antigene prostatico specifico durante la terapia di deprivazione androgenica, e livello di testosterone sierico inferiore a 50 ng/dL.
Il 90% dei pazienti con tumore alla prostata resistente alla castrazione non-metastatico alla fine svilupperà metastasi ossee, che possono comportare dolore, fratture e compressione del midollo spinale.
Il tasso di sopravvivenza relativo a 5 anni per i pazienti con carcinoma della prostata con metastasi a distanza è del 30%. ( Xagena2018 )
Fonte: Janssen, 2018
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