La ipertrofia prostatica benigna è molto diffusa e provoca difficoltà ad urinare o frequenza, con risvegli notturni e discreta alterazione della qualità di vita; le possibile complicanze sono la ritenzione urinaria (blocco completo con necessità di posizionare un catetere vescicale), la calcolosi della vescica e le infezioni urinarie.
L’alternativa chirurgica alla terapia medica è sempre stata la resezione endoscopica ( TURP ) o l'intervento a cielo aperto con degenza variabile da 4 a 7 giorni e necessità di tenere il catetere 3 - 5 giorni; un altro problema di questi interventi è il possibile sanguinamento, tale da richiedere trasfusioni.
Oggi esiste la possibilità di operare l’ipertrofia prostatica con il laser; viene utilizzato il laser ad Holmio e la tecnica è detta HOLEP ( Holmium Lase Enucleation of Prostate ); con tale tecnica endoscopica la prostata ipertrofica è "scollata" e gettata in vescica dove viene "frullata" e asportata.
L'intervento dura circa 30 minuti in più della TURP, ma il sanguinamento è pressochè assente; ciò permette di tenere il catetere solo la notte dell'intervento ed il paziente è dimesso il giorno successivo; le conseguenze immediate sono dei bruciori urinari per qualche giorno, ma la ripresa di un buon getto urinario è immediata.
Tale trattamento sta rivoluzionando l'approccio chirurgico dell'ipertrofia prostatica in quanto permette ottimi risultati e necessita di una sola notte di ricovero; si tratta di un esempio reale di chirurgia miniinvasiva, con risultati migliori della chirurigia convenzionale e degenza ridotta al minimo. ( Xagena2002 ) Marco Moretti, U. O. Urologia, Az. Osp. Villa Scassi, Genova